Nel post precedente si è visto che il calore che può generare un metro cubo di gas naturale dipende dalla qualità del gas (Potere Calorifico Superiore) e dalle condizioni di temperatura e pressione atmosferica.
Siccome il gas che entra in casa nostra non è mai nelle condizioni di temperatura e pressione standard (15°C e 1,01325 bar) occorre un fattore correttivo che ci permetta di calcolare l'effettivo calore che il gas naturale che ci viene venduto è in grado di produrre.
Il fattore correttivo usato fino alla metà dell'anno 2009 è stato il cosiddetto coefficiente M (la tabella sopra è tratta da un
documento AEEG che lo descrive).
Per riuscire a comprendere il contenuto della tabella occorre capire cosa siano i
gradi giorno (GG) di una località.
Prima di tutto si è stabilito che la temperatura ottimale all'interno di un'abitazione è di 20°C.
Poi per ogni località italiana si sono misurate le temperature medie giornaliere durante il periodo invernale (dove per periodo invernale si intende convenzionalmente il periodo di tempo in cui le temperature giornaliere medie stanno sotto i 12°C rendendo necessaria l'accensione del riscaldamento).
A questo punto si sono sommati per ogni giorno del periodo invernale i gradi che necessitano per arrivare alla temperatura ottimale di 20°C.
Il valore finale della sommatoria che ne risulta rappresenta i gradi giorno (GG) di quella specifica località.
In pratica una località montana con temperature invernali rigide come Bormio è caratterizzata da un valore elevato di gradi giorno (3838 GG) mentre una località calda come Palermo ha appena 751 GG.
Tutte le località italiane sono state infine classificate per area climatica in funzione del loro numero di gradi giorno (GG):
fascia A: < 600 GG; dal 1° dicembre al 15 marzo;
fascia B: tra 601 e 900 GG; dal 1° dicembre al 31 marzo;
fascia C: tra 901 e 1400 GG; dal 15 novembre al 31 marzo;
fascia D: tra 1401 e 2100 GG; dal 1° novembre al 15 aprile;
fascia E: tra 2101 e 3000 GG; dal 15 ottobre al 15 aprile;
fascia F: > 3000 GG; nessuna limitazione periodo riscaldamento;
Come potete vedere dalla figura sotto la maggioranza dei comuni italiani ricade in zona climatica E.
Questa piccola dissertazione ci permette ora di comprendere appieno la tabella mostrata all'inizio, che fa riferimento alla zona climatica E.
Come potete notare più la località è fredda (alto valore di GG), più alto è il valore del coefficiente M.
Questo significa che più bassa è la temperatura e più calore è possibile spremere da ogni singolo metro cubo di gas naturale. E' giusto quindi pagarlo un poco di più.
Similmente più si sale in altitudine (quindi minore pressione atmosferica), più basso è il valore del coefficiente M. Questo significa che più bassa è la pressione atmosferica e meno calore è possibile spremere da ogni singolo metro cubo di gas naturale. E' giusto quindi pagarlo un poco di meno.
Il coefficiente M rende giustizia di queste variazioni climatiche e permette di correggere il prezzo del gas naturale fatturato in bolletta (basta moltiplicare il prezzo al metro cubo per il coefficiente M, individuato in base all'altitudine e ai gradi giorno della vostra località).
Per conoscere l'altitudine ed il valore dei gradi giorno della vostra località potete consultare il sito dell'ENEA.
Proviamo ora a verificare per esempio il coefficiente M del comune di Milano.
Dal sito ENEA risulta che Milano si trova in zona climatica E, ad un'altitudine di 122m e con un valore di 2404 gradi giorno.
Consultando la tabella in alto (si arrotonda al valore più prossimo di altitudine e GG) risulta che il coefficiente M da applicare deve essere 1,03.
Se sulla bolletta viene applicato un coefficiente M più alto significa che il fornitore si sta comportando in maniera scorretta e vi sta facendo pagare il gas naturale più del dovuto.
Questo semplice coefficiente di correzione è stato sostituito dalla metà del 2009 da un nuovo coefficiente, più complesso ma anche più preciso e rigoroso: il coefficiente C.
Ne parleremo nel prossimo post.
microguru
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